TOP BRAND

Aaa Abt Apollo Vredestein Aston Martin Audi Clive Sutton CmhDelaVillaDmc Ferrari Fisker Genty German Custom Gregory's Car Gta Spana Gumpert Hamann Isis Cars Jaguar Klassen Koeningsegg Ktm Lauge Jensen Lexus Mansory Maserati Mazzanti McLaren Monstraka Ms Design Noble Automotive Pagani Porsche Roding Savage Rivale Soleil Motors

 


Noémie Goddard

Image

 

ARTISTI

di Redazione

 

Noémie Goddard

Architetto

Nata nel 1985 a Chambéry (Francia), Noémie Goddard è architetta di interni.

Dopo aver seguito una formazione di Arti Applicate presso la Scuola Boulle quindi presso la Scuola Magistrale Superiore di Cachan, la sua pratica architettonica e pluridisciplinare instaura un dialogo tra architettura, architettura di interni e design di mobili.

Socia e Direttrice della Creazione e della Comunicazione dell’agenzia Franklin Azzi Architecture dal 2009, usa e mette in pratica le proprie riflessioni in un’ampia gamma di applicazioni: dalle attrezzature pubbliche alla microarchitettura, passando per la ristrutturazione. Nel 2015, cofonda assieme a Franklin Azzi un laboratorio dedicato all’architetture d’interni nell’ambito del quale viene sviluppata una metodologia di progettazione singolare e unificante che agisce a favore della riconciliazione delle scale e all’incrocio delle discipline, valorizzando i mestieri d’arte e avviando le collaborazioni all’interno del progetto architettonico. 

Il suo progetto a Villa Medici mira a studiare, in modo esteso, la questione dell’interno e dell’interiorità, il che porterà a superare l’abitare per fare emergere nuove arti di vivere. Il progetto si colloca a Roma - esempio paradossale della capacità di reinventare il paesaggio edilizio e dei disastri legati all’urbanizzazione eccessiva, al fine di affrontare la questione della riorganizzazione degli spazi interni come via per il futuro di fronte all’eccessivo sfruttamento delle risorse dovute alle nuove costruzioni. Sotto forma di indagine, che riunisce cronache e ricerche applicate all’interno di un’opera, il progetto propone una rilettura storica e critica dei dispositivi interni. L’interno, adattabile e sempre in divenire, potrebbe quindi rappresentare la garanzia della nostra capacità di abitare il mondo di domani? Se interni e individuiinteragiscono reciprocamente, quale nuove articolazioni immaginare tra involucri edilizi, paesaggi interni e coloro che li abitano?

 

 

Torna alla Pagina Principale Home